FOTOGRAFIA IN ARCHIVIO -
SEGNALAZIONI

The march of the women - Spy pictures of suffragettes revealed
Nell'ottobre
del 1903 un gruppo di donne, tra cui
Emmeline Pankhurst,
fondava la
Womens Social and Political Union.
In pochi anni il movimento fu conosciuto in tutta l'Inghilterra,
ottenendo l'aperta ostilità del mondo politico contemporaneo (tutto maschile).
La lotta fu dura ma i primi risultati arrivarono già nel 1918, quando il voto
fu esteso alle donne che avevano compiuto 30 anni.
10 anni dopo anche questo limite fu abolito.
Nel
centenario della nascita del movimento femminista in Inghilterra,
in mostra le foto scattate di nascosto dagli agenti di Scotland Yard alle donne che manifestavano per il diritto di voto.
Come
dire: la nascita della fotografia di intelligence.
Guarda
alcune delle foto in mostra
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Les gueules
cassées
(le facce spaccate)
Un
sito in francese, dell'Università Paris 5, sulle pratiche mediche di ricostruzione
dei volti sfigurati dei soldati della I guerra mondiale colpiti da proiettili di
artiglieria.
Immagini
scattate per documentare il lavoro dei chirurghi dell'epoca.
Avevano funzione di sussidio didattico, e non erano certo dirette al grande
pubblico.
Dagli anni 10 dell'900 è passato un po' di tempo.
Al riparo del filtro di questi anni passati possiamo provare a guardare
con distacco queste immagini, anche se non è possibile fare a meno di pensare
che la guerra oggi ha la stessa faccia.
Visita
il sito
si ringrazia per la segnalazione
Serge Noiret
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Storia della
fotografia in India
Percorsi fotografici
nell'India del 19° e 20° secolo.
Fotografi, luoghi, persone, libri per scoprire la storia della fotografia in
India:
http://www.harappa.com/photo3/index.html
Il sito inglese di una
mostra fotografica, tenuta nel 2001,
sui pionieri della fotografia in India (1850- 1900):
http://www.bl.uk/whatson/exhibitions/india/overview.html
si ringrazia per le segnalazioni
Oscar Nalesini
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Fotografia in archivio a New York
(Il nuovo database, disponibile on line, della NYPL)
275.000 immagini a bassa risoluzione (non solo fotografie),
ad accesso libero per
uso
personale, per scopi educativi,
didattici, creativi e di ricerca sul
sito della
New York Public Library.
visita la NYPL Digital Gallery
si ringrazia per la segnalazione
Laura Gasparini
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L'Archivio storico fotografico AEM
(6000 immagini on line)
"L'archivio storico Fotografico AEM conserva
oltre 150.000
immagini che raccontano come in un lungo film,
la storia dell'azienda dalla sua nascita ad oggi.
Nelle sue immagini possiamo vedere lo svilupparsi e il trasformarsi di Milano,
dalla sua industrializzazione, alla ricostruzione nel dopoguerra
dalla nascita della metropoli, fino ai nostri giorni;
troviamo illustrati i cambiamenti che si sono succeduti nel territorio lombardo,
dove sono via via sorti gli impianti dell'AEM, l'archivio storico racconta così
del mutare del paesaggio, nei decenni, dalla Valtellina fino,
seguendo il corso del fiume d'Adda, a Cassano d'Adda."
visita l'Archivio
si ringrazia per la segnalazione Maria Chiara
Corazza
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Archeologia in posa
(Fotografia di documentazione archeologica e
archeologia fotografica) La
mostra virtuale Archeologia in posa
(forse si poteva trovare un titolo migliore)
fornisce testi interessanti ed immagini di Archivi fotografici pubblici e
privati.
A questo link troverete la cosiddetta versione accessibile
http://www.internetculturale.it/itinerari/archeologiaacb/pan0/contenuto0.html
Ma vale la pena di sottoporsi ad una specie di caccia al tesoro
per visitare questa mostra in modo più godibile.
Se vi va, seguite le istruzioni:
1-
Cliccate su www.internetculturale.it qui sotto
2-
All'apertura della pagina, nel menu di sinistra,
sotto PERCORSI CULTURALI,
cliccate su Mostre
3-
Nella pagina che si apre
compare l'elenco delle mostre virtuali.
Cliccate su Archeologia in posa.
Cliccate ora su
www.internetculturale.it e buon
divertimento
si ringrazia per la segnalazione Laura Gasparini
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Archivio Giuseppe Palmas
Anni '50. Dolce vita, neorealismo, paparazzi ecc.
Ma non solo. Anche alluvione del Polesine,
contrabbando di sigarette, reduci dalla Russia,
venditori di aglio.
Sono solo alcune delle voci di ricerca delle immagini
nell'Archivio.
4341 foto pubblicate sul sito ad oggi, in continuo aggiornamento.
Una fetta della nostra vita, forse.
Sicuramente una parte dell'immaginario italiano.
Le foto si possono acquistare. Cosa aspetti?
visita l'Archivio
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Archivio Roberto Donetta
In Canton Ticino, Svizzera, all'inizio del secolo scorso
Roberto Donetta, venditore di sementi e castagne,
sette figli e moglie a carico,
grandi difficoltà a sbarcare il lunario,
si guardava intorno e pensava che quello
che vedeva non dovesse andar perduto.
Ci ha lasciato circa 5000 lastre e 600 stampe
che documentano la vita quotidiana:
matrimoni, battesimi, funerali,
il lavoro nei campi e quello degli artigiani,
il tempo libero, le case, i monti.
Insomma il suo mondo
in val di Blenio, Canton Ticino.
La catalogazione è curata,
le immagini e le schede sono disponibili sul sito
attraverso una ricerca per parole chiave.
Quando si arriva nel sito sarebbe forse utile
trovare una lista delle parole chiave.
Ecco alcuni risultati per
parole chiave generiche:
casa 407 schede trovate
uomo 535 schede trovate
donna 485 schede trovate
bambini 369 schede trovate
cappello 219 schede trovate
baffi 312 schede trovate
acqua 3 schede trovate (tre ritratti di defunti!)
automobile 2 schede trovate
visita
l'Archivio
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Archivio fotografico del Piccolo Teatro
di Milano
Fotografia di scena
Tra gli Archivi del Piccolo on line (fotografie, bozzetti, manifesti)
questo di fotografie consta di 9687 immagini (dal '47 ad oggi).
È possibile eseguire ricerche per
titolo dello spettacolo, stagione teatrale,
autore, regia, scenografia, costumi, autore della musica.
Le immagini sono visualizzabili in formato miniatura e,
cliccando su ognuna, è disponibile la fotografia in un formato
sufficientemente grande e senza sovrascritte.
Ogni immagine è corredata da una scheda essenziale
che contiene i riferimenti all'opera teatrale,
oltre naturalmente al nome del fotografo.
Un esempio di accuratezza, semplicità e funzionalità.
visita
l'Archivio
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George Eastman House
Il più antico museo di fotografia, fondato nel 1947,
da George Eastman, il creatore della Kodak.
Il patrimonio delle collezioni della GEH è composto da
400.000 fotografie (di cui 300.000 disponibili on line)
di 14.000 fotografi, dall'invenzione della fotografia ad oggi,
inclusa la più grande collezione di dagherrotipi fuori dalla Francia.
La Fondazione dispone della più completa biblioteca al
mondo
di libri, manoscritti, giornali riguardanti la fotografia
e offre seminari e corsi di livello universitario sulla
conservazione dei materiali fotografici.
Visitare il sito e gli archivi on line
contenenti 300.000 fotografie, i filmati, le locandine, i poster ecc.
richiede tanto tempo a disposizione ma è un'esperienza unica.
Sei pronto? allora clicca
qui e
buon viaggio
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Fototeca della Biblioteca Panizzi
"Nella Fototeca sono conservate quasi un milione di
immagini
sui più vari supporti: dagherrotipi, negativi in vetro, carte salate,
albumine, negativi su poliestere, cartoline, diapositive e negativi a colori.
Il patrimonio iconografico della Fototeca documenta in particolare
la realtà storica locale dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri.
Il catalogo della Fototeca rende possibile la visualizzazione
dell’immagine ricercata.
Sono conservate in Fototeca fotografie di autori come
Alinari, Anderson, Beato, Bernoud, Brogi, Besso,
Caneva, Deroche, Disderi, Naya
e come, tra i contemporanei, Luigi Ghirri, Gabriele Basilico,
Vasco Ascolini, Stanislao Farri, Olivo Barbieri e altri."
È possibile eseguire ricerche on line per
titoli, autori, editori, soggetti, stampatori, date ecc.
Le immagini disponibili on line sono visualizzabili
in un formato sufficientemente grande
e con sovrascritte che non disturbano.
Secondo noi uno degli Archivi fotografici italiani
più utilizzabili via web.
Inoltre la Fototeca non si limita a conservare
ma, con gli eventi che organizza periodicamente,
rende il proprio patrimonio disponibile
ad una diffusa fruizione (per saperne di più clicca,
nella pagina del catalogo, su Novità in Fototeca).
Visita la Fototeca
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Museo storico della guerra di Rovereto
L’archivio fotografico del Museo
comprende più di 35.000 immagini,
in gran parte dedicate alla Grande Guerra,
alla Seconda guerra mondiale e alle guerre coloniali italiane.
A questo indirizzo si trova il sito dell'Archivio
http://www.museodellaguerra.it/3_archivi_03.htm
È possibile, in modo un po' macchinoso,
accedere alla consultazione delle 15848 immagini on line
partendo da un altro indirizzo
(in verità segnalato sulla pagina web su indicata).
Bisogna andare ad una pagina del sito
www.trentinocultura.net
dove si trovano riuniti gli accessi di tre archivi on line,
scegliere dal menu a tendina "Ente"
il "Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto"
e cliccare su invio.
La consultazione permette di visualizzare
le immagini presentate in formato accettabile,
corredate da una scheda stringata
che indica il Numero d'Inventario, il Soggetto,
una non meglio identificata Identificazione,
la Data,il Fondo, l'Ente.
Il problema, come spesso accade in questi casi, è
che chi costruisce questi data base
non ha come obiettivo la diffusione capillare della fruizione del fondo,
ma pensa spesso solo ad un'utenza professionale.
Se vuoi visitare l'Archivio on line
clicca
qui
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Un italiano nella Cina dei Boxer
Una mostra tenuta a Modena nel 2000.
Vale la pena, anche se si è vista allora,
scorrere di nuovo le immagini e le lettere
di Giuseppe Messerotti,
che con occhio onesto osservava
quel mondo così lontano
dove era stato mandato
in missione "umanitaria".
Correvano gli anni 1900-1901
Guarda la scheda
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ICCD - FOTOTECA NAZIONALE
La varietà dei Fondi e delle Collezioni
è ben descritta nella
presentazione dell'Archivio.
On line un database di consultazione
di 300 Mbyte di informazioni testuali e 7,96 Gbyte di immagini.
La ricerca può essere eseguita attraverso
2 modalità diverse: per
oggetti
fotografati e per
schede foto
riempendo anche solo 1 degli 8 campi complessivamente disponibili.
Ben organizzato anche il sistema di
e-commerce
con possibilità di acquisto di stampe, di download e di CD Rom.
Tariffe minime (per uso personale e di studio)
rispettivamente 12,91 - 20,00 - 20,00 Euro.
Forse la pagina della
Galleria virtuale
potrebbe essere arricchita da più immagini,
magari anche su temi diversi.
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Le Immagini e la Memoria
Percorsi fotografici
alla scoperta dei luoghi dell'arte e della storia
della città e provincia di Como
Guardare, osservare, capire, scoprire particolari
nascosti,
ricordare: lo si può fare solo se il nostro approccio è lento, paziente,
e se nasce dal desiderio vero di "leggere" i luoghi e la storia,
per conoscerli, amarli e rispettarli.
Tra gli Archivi fotografici on line,
questo sito merita di essere segnalato
per l'approccio, a nostro avviso, correttamente divulgativo.
È evidente l'attenzione alla organizzazione scientifica dei materiali,
ma lo scopo non è quello di catalogare documenti
solo per salvarli dalla dispersione.
Le immagini e le raccolte vengono presentate
allo scopo dichiarato di conservare e offrire ai visitatori
frammenti della vita e della storia della città di Como e provincia.
Una vita e una storia che hanno costruito nel tempo
l'identità culturale di una comunità.
In tempi di oblio e superficialità, non è poco.
Come tutte le cose umane,
anche questo sito può essere migliorato
(iniziando forse a riempire i tanti spazi vuoti).
Quello che vogliamo segnalare però
è... il buon profumo di pane fresco
che sembra uscire dal monitor.
Visita
l'Archivio on line
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SINAFO
Sistema Nacional de
Fototecas
Mexico
Il SINAFO (Sistema Nacional de Fototecas) viene istituito
in Messico nel 1993 su impulso dell'INAH
(Instituto Nacional de Antropología e Historia).
L'Istituto fin dall'inizio promuove la fotografia
come strumento di documentazione
delle popolazioni indigene e dei monumenti nazionali
e, in seguito alle prime esperienze della Fototeca Nazionale
e
della Fototeca di Culhuacán, decide di sistematizzare
il lavoro di conservazione, catalogazione e digitalizzazione
del patrimonio dei propri archivi fotografici, fondando il SINAFO.
Dalla sua nascita hanno via via aderito al Sistema
Archivi pubblici e privati fino ad arrivare ai 23 Archivi di oggi
(16 dell'INAH, e 7 altri, tra pubblici e privati).
Il patrimonio fotografico del SINAFO si aggira intorno
ai 2.500.000 pezzi custoditi, opere di più di 2000 autori
e documentazione fotografica del Messico
dagli anni 40 del XIX secolo ad oggi.
Il sito del SINAFO è ricchissimo di immagini
che rappresentano i fondi di proprietà.
Esse sono presentate in forma di
album consultabili cliccando sulle miniature.
Le immagini sono corredate da un numero
di inventario e da un titolo.
Non sembra disponibile al pubblico un sistema
di ricerca per soggetto, per autore o altro.
Il materiale sul sito è presentato ad una
fruizione non specialistica
ma in modo per nulla superficiale.
Molto interessanti le
mostre
virtuali proposte
che riescono a dare un'idea della varietà
dei documenti conservati.
Visita il
sito
si ringrazia per la segnalazione Angela Tromellini
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Antiche tecniche stampa fotografica
Per Arrigo Mamone, di cui segnaliamo la presenza nella
nostra Vetrina,
la fotografia non è solo visione; essa è dotata
anche di un corpo.
In tempi di immagine digitale, che esiste fin quando
il computer o il telefonino è acceso,
potrebbe sembrare un arcaismo.
Noi crediamo invece che la fotografia abbia avuto
un'infanzia e una giovinezza troppo brevi.
Giunta alla soglia della maturità, ai giorni nostri,
si è trovata, ancora piena di forze,
a doversi misurare con l'evanescenza e l'inconsistenza
(nel senso letterale di assenza di corpo materiale)
del mezzo elettronico.
Siamo sicuri che la fotografia realizzata con la chimica,
costruita con la sapienza delle manipolazioni
in camera oscura, abbia ancora qualcosa da dire.
Cosa significa allora utilizzare
il web per presentare
questo tipo di scelta espressiva?
Arrigo ci ha detto:
"Il sito è stato originariamente concepito
per esemplificare l'uso espressivo di alcune tecniche fotografiche
sia per chi le voglia apprezzare
sia per chi le voglia utilizzare; per raggiungere dei contatti;
per segnalazione angosciata di qualcosa che scompare.
Riconoscendo io stesso che il mezzo elettronico non restituisce
le caratteristiche materiche delle immagini,
molto più rilevanti che nella fotografia tradizionale all'argento,
non volevo fare del sito una galleria."
Héliogravures
sensibiliallaluce
In tema di antiche tecniche
fotografiche
segnaliamo inoltre il sito del
Gruppo Rodolfo Namias
ed un piccolo repertorio di risorse sul web
Adriano Silingardi - Le
tecniche fotografiche
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La fotografia come fonte storica
Sul sito del Museo della Fotografia
una bibliografia ed un saggio di Maria Teresa Sega:
La storia scritta con la luce
e un testo di Luca Pagni:
ROBERT CAPA
Messa in scena di un mito
"Ciò che porta gli storici a diffidare della fotografia
è l'impossibilità di trasferire ad essa
le categorie interpretative usate per le altre fonti
(autenticità, veridicità, esattezza)
e rimanda in ultima analisi al concetto di vero
per lo storico che è diverso dal vero per il senso comune.
(...) È importante, analizzando un'immagine fotografica,
chiedersi che cosa dice ma anche che cosa non dice:
risalire ai criteri di scelta che stabiliscono che cosa è fotografabile,
che cosa è mostrabile, in rapporto ai valori dell'epoca,
dell'autore, del committente, delle classi dominanti o
di chi usa e manipola l'informazione"
Una riflessione interessante su
fotografia
come mezzo espressivo e
fotografia come documento.
La storia scritta con la luce
Sullo stesso tema un testo di Luca Pagni
sulla famosa immagine del miliziano morente
ROBERT CAPA
Messa in scena di un mito
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AMBER
Amber nasce nel 1968.
Un piccolo gruppo di studenti di
fotografia e cinema al Politecnico di Regents Street a Londra,
finiti gli studi, decide di rimanere a lavorare insieme
fuori dall'establishment dell'industria cinematografica.
Fonda così un gruppo di lavoro collettivo, no profit.
Il lavoro si orienta subito sulla documentazione della classe lavoratrice,
attraverso la fotografia e il cinema.
All'inizio degli anni '80, Amber è tra le
etichette indipendenti
che fondano Channel 4.
Sono quelli gli anni del "Tatcherismo".
Amber documenta con la foto e il cinema
le sfortunate lotte dei minatori di carbone
fino all'inizio degli anni '90,
quando chiude l'ultima miniera di carbone a Durham.
Oggi Amber, oltre a possedere il più
importante fondo di documentazione su quegli anni,
annovera tra le opere conservate le immagini
di decine di fotografi tra cui Weegee e Sander.
Nel 1977 apre la Side Gallery a Newcastle
upon Tyne,
dove sono conservate le collezioni
e organizzate le mostre.
Sul sito
di Amber on line
ben 91 mostre on line e i fondi di proprietà
Qui
la programmazione in atto alla Side Gallery
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Musée Nicéphore Niépce
Pour un nouveau musée de la photographie
Dalla presentazione
del sito:
"Presentare e spiegare la storia dell'immagine meccanica, dalle
sperimentazioni di Nicéphore Niépce alle tecnologie digitali.
Innovare nei modi di presentazione e rendere comprensibili e visibili i
processi, gli utilizzi e le sfide della fotografia.
Essere un attore nella produzione di immagini e diffondere le collezioni
su i nuovi supporti di comunicazione.
Sviluppare dei progetti pilota assieme al mondo dell'industria,
dell'insegnamento, della ricerca e dell'arte."
visita il Sito
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Immagini di Storia
"Immagini di
Storia racconta la storia d'Italia
attraverso le immagini di importanti musei e archivi di tutto il
territorio. Le immagini possono essere fruite cronologicamente o per
singolo luogo di conservazione.
È un servizio gratuito per tutti i musei e gli archivi d’Italia a cui è
offerta un’occasione per essere più visibili e per rendere maggiormente
accessibili le proprie collezioni a un vasto pubblico. Immagini di storia
cresce nel tempo e offre ai musei e archivi numerose occasioni di
sviluppo."
Le immagini non
sono solo fotografie ma anche riproduzioni di oggetti, dipinti, sculture
conservati nei vari Musei e Archivi.
La prima immagine di una fotografia appare nella pagina "Dall'unità alla
Prima guerra mondiale" e da allora in poi le fotografie sono sempre più
numerose fino a "Dal Boom economico ad oggi".
visita il Sito
si ringrazia per la segnalazione Serge Noiret
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Guida ai Fondi
Fotografici Storici del Veneto
Questa volta non è
un sito quello che segnaliamo. Si tratta, come si dice, di un e-book. Un
vero e proprio libro che se avete voglia, potete stamparvi e leggere con
calma. Vi assicuro che vale molto di più dell'inchiostro necessario.
Si tratta di una descrizione accurata dei principali fondi fotografici
del Veneto con relativa ubicazione, telefono, orari e giorni di apertura,
e-mail del responsabile, consistenza dell'archivio, Autori e soggetti
principali, tante immagini e molto altro ancora.
Riportiamo dalla
quarta di copertina:
"Questa guida, di facile consultazione e rapido utilizzo, illustra le
principali collezioni di fotografia storica presenti nel nostro territorio
che costituiscono straordinari documenti dell’arte, della storia, della
scienza e del lavoro nel Veneto del passato.
Si tratta di preziosi giacimenti culturali che si sono formati nel corso
di oltre centocinquant’anni di storia della fotografia. Un patrimonio
tramandato grazie alla lungimiranza delle istituzioni pubbliche e dei
tanti privati cittadini che si sono adoperati per la sua conservazione,
mettendolo oggi a disposizione del più ampio pubblico di studiosi e
appassionati."
vai alla Guida
o, se preferisci la versione html, clicca qui
si ringrazia per la segnalazione Adriano Favaro
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Camping with the Sioux
Nell'autunno del 1881,
Alice Fletcher partì per il territorio Dakota per vivere con le donne
Sioux e studiare la loro vita. Un'etnologa ante litteram.
Il frutto dei suoi studi si trova oggi su un piccolo sito ospitato dal
server dello Smithsonian National Museum of Natural History.
Il diario del viaggio, la galleria fotografica, leggende popolari e bibliografia completa su
Camping with the Sioux
Fieldwork diary of Alice Cunningham Fletcher
In tema di Nativi Americani come non ricordare l'opera di Edward S.
Curtis: The North American Indian.
Del lavoro di questo grande fotografo americano segnaliamo alcune immagini
sul sito americano della Library of Congress
e su www.iphotocentral.com
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Lombardia beni culturali | fotografie
La sezione
fotografie del sito.
"La banca dati delle fotografie contiene informazioni relative alle
immagini conservate in alcune delle più importanti collezioni della
regione. I supporti catalogati testimoniano la storia e l'evoluzione dei
linguaggi, delle tecniche e dei materiali fotografici dal dagherrotipo
alla fotografia digitale."
Sono accessibili
on line 45602 schede con l'immagine e le relative informazioni.
È possibile fare una ricerca mirata o visualizzare le immagini a partire
da una ricerca per: autore, genere, soggetto,
fondi fotografici.
Non ci risulta on line un'analoga quantità e qualità di informazioni
disponibili sui beni culturali di altre regioni d'Italia.
Naturalmente siamo disponibili a fare ammenda se qualcuno volesse
segnalarci altre risorse in rete.
visita il sito
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Dagherrotipi - Le origini della
fotografia
Il 6 Gennaio 1839
un piccolo trafiletto sulla Gazette de France dà la notizia: “Annunciamo
un’importante scoperta del nostro famoso pittore di Diorama, M. Daguerre.
M. Daguerre ha trovato il modo di fissare le immagini che si dipingono da
sole dentro una camera oscura, sicché esse non sono più fugaci
riproduzioni di oggetti, ma ne sono l’impronta fissa e durevole che, come
un dipinto o un’incisione, non ha più bisogno dell’oggetto.”
Era l'annuncio della nascita della fotografia.
L'oggetto su cui erano "fissate le immagini che si dipingono da sole
dentro una camera oscura" non era una stampa su carta (quelle
arrivarono solo dopo) ma una lastra di rame argentato che bisognava
guardare secondo una certa angolazione per scorgere un'immagine positiva.
Cambiando l'angolo di visualizzazione, l'immagine diventava negativa.
Insomma un oggetto strano, per l'epoca quasi magico, lontano da quello che
oggi siamo abituati a pensare quando diciamo fotografia.
Eppure era il primo passo.
Il Dagherrotipo veniva incorniciato e montato in un astuccio con un vetro
di protezione e, a seconda del tipo di montaggio, si riconosceva per
essere francese o americano. Quello francese era più raffinato e
complesso, mentre l'americano era costituito da un vetro, una cornice in
ottone e la lastra di rame argentato.
Per 20 anni (fino
al 1860 circa) furono in produzione prima di venir soppiantate dalle
stampe su carta, che avevano il vantaggio di essere
riproducibili teoricamente all'infinito.
Abbiamo trovato sul web alcuni archivi on line che presentano
dagherrotipi digitalizzati:
La raccolta della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia
La raccolta della Library of Congress americana
Le Galleries della Daguerreian Society
Il database della Daguerreian Society
Le Vieil Album - Un archivio francese on line
Un articolo su una mostra di dagherrotipi a Roma nel 2003
Inoltre sul sito del Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro degli
Archivi di Stato, è disponibile un accurata descrizione del
dagherrotipo con l'indicazione delle procedure di restauro, molto
difficili perchè l'oggetto, pur essendo di metallo, è molto più delicato
delle stampe su carta:
Dagherrotipi.pdf
Buona navigazione
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Albumina - Le origini della fotografia
Il bianco d'uovo, altrimenti detto
albume, è un liquido trasparente che, steso su una lastra di vetro, lascia
evaporando un rivestimento trasparente quanto il vetro stesso. Impiegato
come mezzo fotografico, conserva i più minuti particolari con assoluta
fedeltà.
Il funzionamento dell'albume è esattamente lo stesso della pellicola
negativa. Nell'albume, preparato correttamente, è sciolta una piccola
quantità di ioduro di potassio che è stesa su una lastra ben pulita di
vetro. Il vetro asciutto è immerso in nitrato di argento ed esposto alla
luce. Viene sviluppato e fissato da iposolfito di sodio. Il vantaggio che
l'albume offre è la riproduzione dei particolari più fini e minuti nell'immagine.
Non è tuttavia affatto un procedimento facile né molto sensibile alla
luce, quindi inadatto per i ritratti, poichè è necessaria una lunga
esposizione per una corretta sensibilizzazione.
Il procedimento, dovuto a Abel Niépce de Saint-Victor nel 1848, fu usato
inizialmente per produrre lastre negative, venne poi esteso alla carta.
Nel sito albumen.stanford.edu una grande
quantità di informazioni, bibliografia, spiegazione del procedimento e
addirittura dei filmati per spiegarne la preparazione e l'uso.
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Collodio - Le origini della fotografia
Il collodio segnò nello sviluppo
della fotografia una tappa importante: la nascita del negativo così come
lo intendiamo oggi. Un'immagine con i bianchi, i neri e le tonalità di
grigio invertiti su un supporto trasparente.
In verità già William H. Fox Talbot precedentemente aveva inventato e
brevettato un procedimento per produrre negativi, e quindi un sistema per
riprodurre la stessa immagine. Questo procedimento (detto calotipia) si
basava sulla carta come supporto del negativo e quindi le immagini
positive che se ne ricavavano erano povere di dettaglio.
Il collodio permetteva invece di usare un supporto di vetro e quindi la
fedeltà del positivo, in termini di dettaglio, che se ne ricavava era
pressocché totale.
Il collodio (originariamente usato in chirurgia per impermeabilizzare le
ferite) vede la sua origine in due tappe. La prima fu quella della
nitrocellulosa, scoperta dal chimico svizzero Christian Friedrich
Schönbein in modo del tutto casuale e utilizzata per fini bellici a causa
della sua alta infiammabilità. La seconda tappa fu quella realizzata da
Frederick Scott Archer nel 1850. Egli notò che sciogliendo nitrocellulosa
in alcool ed etere si formava una sostanza colloidale trasparente utile a
rivestire le lastre di vetro sensibilizzate con sali d'argento.
Il risultato fu la produzione di negativi perfettamente traparenti che
consentivano la riproduzione teoricamente infinita della stessa immagine.
Era la svolta che diede alla fotografia la sua caratteristica principale:
la riproducibilità dell'immagine.
Segnaliamo su La chambre volant una
descrizione precisa della tecnica del collodio.
Il sito è inoltre un'utilissima risorsa per chi volesse utilizzare o
anche solo conoscere le antiche tecniche di produzione fotografica.
Con la nascita della fotografia al collodio chiudiamo per ora le
segnalazioni di risorse sul web riguardanti le tre tappe pricipali delle
origini della fotografia: la Dagherrotipia, l'Albumina, il Collodio.
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Fotografia fai da te
Per chi si fosse spaventato per la
difficoltà di riproduzione delle tecniche fotografiche descritte nei tre
post precedenti, segnaliamo qui la descrizione della preparazione
domestica dell'emulsione fotografica da stendere su supporti difficilmente
reperibili in commercio (in versione fotosensibile) come carta da disegno,
tela, legno ecc.
Lo scopo è quello di invitare a sperimentare una procedura artigianale
simile a quelle usate quando la fotografia era nei sogni.
Oggi basta premere un pulsante su un telefono per scattare una
"fotografia". C'è stato un tempo in cui riprodurre la realtà era fatica,
attenzione, precisione nei dettagli delle procedure tecniche.
Non rimpiangiamo certamente quei tempi ma vogliamo sottolineare che nella
produzione di immagini è forse necessaria la stessa fatica, precisione,
attenzione ai dettagli per evitare di ritrovarci sommersi da milioni di
scatti senza senso. Insomma un'invito ad un'ecologia della visione.
Preparazione della gelatina sensibile
Buon lavoro a tutti i fotografi dilettanti e professionisti.
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Eadweard Muybridge - fotografo del
movimento
Eadweard Muybridge (1830 - 1904)
nacque in Inghilterra ma passò gran parte della sua vita in America. Si
trovò a convivere cronologicamente con la nascita della fotografia e fu
uno di quelli che ne fece la storia agli inizi.
Deve la sua meritata fama agli studi del movimento degli esseri umani e
degli animali che iniziò in seguito ad una strana richiesta che gli fece
il governatore della California. Questi gli chiese se fosse possibile
dimostrare con le immagini fotografiche che il cavallo solleva, in un
momento del galoppo, contemporaneamente tutte le zampe da terra. Muybridge
progettò un sistema di 50 fotocamere che venivano azionate in sequenza
dagli zoccoli del cavallo. Molti pittori avevano rappresentato i cavalli
al galoppo con le quattro zampe sollevate nel momento di massima
estensione ma nessuno mai aveva potuto dimostrarlo.
Il risultato fu sorprendente: il cavallo si stacca da terra durante il
galoppo ma ma non nella posizione di completa estensione, come era
comunemente raffigurato (vedi le famose immagini). Questo inpressionò
fortemente i pittori dell'epoca che cominciarono a vedere la fotografia
come un potente mezzo per documentare la realtà prima di dipingerla.
Da quel momento Muybridge si dedicò, con il sistema di fotocamere che
aveva inventato, a studiare il movimento e progettò uno strumento, lo
zoopraxiscopio, con cui era possibile mostrare le immagini in sequenza
restituendo il movimento in modo fluido: era l'antenato del proiettore
cinematografico.
Momenti magici: la fotografia partoriva il cinema.
Nel Museo di Kingston in Inghilterra sono conservate le immagini più
importanti, i dischi per lo zoopraxiscopio, lo stesso strumento ed altri
oggetti e documenti. Tutto è visibile sul sito del museo.
Inoltre sul sito di Stephen Herbert una completa e dettagliata cronologia
della vita di Muybridge.
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Lewis Wickes Hine - Straight photography
La straight photography ("fotografia
diretta") nasce negli Stati Uniti nella prima metà del '900 in reazione al
pittorialismo.
Gli esponenti del pittorialismo cercavano di rendere l'immagine
fotografica simile ad un disegno, utilizzando tecniche di stampa come la
gomma bicromata o il bromolio o manipolando l'immagine con procedimenti
che accentuavano la somiglianza tra l'immagine fotografica e il dipinto.
La straight photography afferma per
la prima volta la specificità del mezzo fotografico e, con la diffusione
della fotografia documentaria, con la nascita della figura del
fotoreporter, con la diffusione dei giornali e delle riviste illustrate e
con la crescente attenzione per le grandi questioni sociali, si impone
come nuovo mezzo d'espressione.
Tra i primi eponenti di questa nuova
tendenza fu
Lewis Hine.
Studiò sociologia all'Università di Chicago e alla Columbia University.
Per lui la fotografia fu uno strumento di ricerca e di denuncia
sociale. Documentò tra l'altro le condizioni del lavoro minorile e il
sogno infranto di benessere e di felicità di milioni di immigrati che
toccavano il suolo americano.
Famosi
i suoi scatti a Ellis Island, luogo di prima raccolta degli
immigrati in America,
la ricerca sul lavoro minorile in America per conto del National
Child Labor Committee (NCLC), la documentazione della
costruzione dell'Empire State Building, la documentazione delle
condizioni della worker class americana.
Fu forse il più grande testimone
della società americana all'inizio del secolo scorso.
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Album Auschwitz
Questo album è
simile a tanti altri album che sono conservati nelle nostre case. Contiene
le foto dei familiari e degli amici della persona che lo ha conservato.
Ma cominciamo dall'inizio:
Primavera del 44, Lilly Jacob, ebrea ungherese, 18 anni, viene deportata
con tutta la sua famiglia ad Auschwitz. Appena arrivata, viene separata
dai genitori e dai fratellini. Non li rivedrà mai più.
Il giorno della liberazione, nelle baracche delle SS trova un album di
fotografie, lo sfoglia e, con sua grande meraviglia, vede tra le tante
immagini i suoi familiari ed amici il giorno del loro arrivo al lager.
Lei non lo sa ancora, ma quella è l'unica testimonianza degli arrivi dei
deportati in un campo di sterminio. Sono foto scattate dai nazisti e
raccolte in un album non si sa per quali motivi.
Nel 1980 decide di donarlo allo Yad Vashem, dove è stato restaurato e
viene tuttora conservato.
Il 17 Dicembre 1999 Lilly Jacob muore.
Album Auschwitz
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Archivi della memoria
Le
fotografie, rispetto ad altri manufatti, hanno vita molto più breve. I
materiali sono di origine organica (carta, gelatina, albume d'uovo ecc.),
soggetti a deterioramento, accelerato da calore e umidità. Sono quindi
destinate ad un degrado più o meno lento e, nel giro di qualche
generazione, alla sparizione (vedi la pagina conservazione).
La tecnologia ci consente oggi di salvare dall’inevitabile oblio
queste immagini e di consegnare alle generazioni future, se non i
documenti nella loro integrità fisica, quanto meno l’immagine che essi
recano.
In verità una nuova sensibilità a questi temi si è cominciata a
manifestare almeno per quanto riguarda gli Archivi fotografici più
importanti e le raccolte di proprietà di collezionisti avveduti.
Resta però un mare magnum di immagini che testimoniano la vita
familiare quotidiana, gli eventi sociali, culturali e politici più o meno
importanti del secolo scorso che attendono di essere salvate dalla
inevitabile sparizione.
Finora, oltre la nostra piccola iniziativa on line da quando è nato
il sito, in poche realtà si è cominciato a raccogliere le immagini di
famiglia.
Abbiamo trovato per ora quattro siti sul web italiano:
Il Muvi
L'album di Roma
Imago
L'album privato dell'alluvione di Venezia
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The Leaf and the Quillan Collection
Questa è una
storia di fotografie, di primati storici e di soldi.
Tutto comincia con la preparazione ad una vendita all'asta di Sotheby's
di un lotto di fotografie storiche: la Quillan Collection.
Larry Schaaf, storico della fotografia e studioso di Talbot, trova che un
certo "disegno fotogenico", The Leaf,
attribuito finora a Talbot (1839), presenta su un margine una W scritta ad
inchiostro. Una W come Wedgewood (morto nel 1805). il fatto che la
fotografia apparteneva alla famiglia Bright, buoni conoscenti dei
Wedgwood, sarebbe un altro importante indizio di attribuzione.
Come tutti sanno, la prima foto accreditata della storia sarebbe
l'immagine di Nicéphore Niepce, raffigurante
il cortile di casa sua, fatta nel 1826 e conservata all'Università di
Austin (Texas).
Thomas Wedgewood, un industriale della ceramica, aveva fatto molti
esperimenti e riusciva ad impressionare la carta ma, non esistendo ancora
il fissaggio, il processo di annerimento continuava all'infinito ed in
breve i suoi disegni fotogenici diventavano tutti neri.
Forse non tutti, forse aveva involontariamente sottoposto alcuni di essi
a qualche sostanza chimica che avrebbe fissato l'immagine.
È del tutto evidente che, se The Leaf fosse uno di questi, soffierebbe il
primato a Niepce.
La foto era stata valutata da Sotheby's intorno ai 100, 150.000 dollari
ma, in attesa di studi più approfonditi, ne è stata sospesa la vendita
che doveva avvenire il 7 Aprile scorso insieme alla Quillan Collection. Se
fosse giudicata la prima foto esistente al mondo, avrebbe un valore
enorme. Basta pensare che la foto più costosa al mondo è stata
The Pond-Moonlight di Edward Steichen (1904),
venduta nel Febbraio 2006 per 2.600.000 dollari.
Intanto la Quillan Collection è stata quasi del tutto venduta per una
cifra complessiva di 8.901.350 dollari.
È possibile vedere molte delle stupende foto di questa collezione in
questo video della Sotheby.
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