Il significato dell'immagine
Se si eccettua il campo della Pubblicità, in cui il senso deve essere chiaro e distinto solo in ragione della sua natura commerciale, la semiologia della Fotografia è dunque limitata agli splendidi risultati di pochi ritrattisti.
foto Alberto Burrini
Per il resto, per l’accozzaglia delle «buone» foto tutto ciò che di meglio si può dire è che l’oggetto parla, che, vagamente, esso induce a pensare. E ancora: anche questo corre il rischio di essere considerato pericoloso. Al limite, è meglio che non vi sia senso alcuno: è più sicuro: i redattori di «Life» rifiutarono le foto di Kertész, quando neI 1937 questi arrivò negli Stati Uniti, perché, dissero, le sue immagini «parlavano troppo»; esse facevano meditare, suggerivano un senso - un senso diverso da quello della lettera. In fondo, la Fotografìa è sovversiva non quando spaventa, sconvolge o anche solo stigmatizza, ma quando è pensosa.
La camera chiara - Roland Barthes - Einaudi, Torino
Quanto più andiamo indietro nella storia, come ha osservato E. H. Gombrich, tanto meno netta è la distinzione tra immagini e cose reali; nelle società primitive, la cosa e la sua immagine erano soltanto due manifestazioni differenti, cioè fisicamente distinte, della medesima energia o del medesimo spirito. Di qui la presunta efficacia delle immagini per propiziarsi e controllare presenze potenti. Queste forze, queste presenze, erano in esse.
foto Alberto Burrini
Per i difensori del reale, da Platone a Feuerbach, considerare l’immagine mera apparenza - presumere cioè che l’immagine sia assolutamente distinta dall’oggetto raffigurato - è parte integrante di quel processo di dissacrazione che ci distacca irrevocabilmente dal mondo dei tempi e dei luoghi sacri, quando si credeva che un’immagine partecipasse della realtà dell’oggetto raffigurato. L’originalità della fotografia è che, proprio in quel momento della lunga e sempre più laica storia della pittura, quando il laicismo aveva definitivamente trionfato, essa risuscitò - in termini del tutto laici - qualcosa che assomigliava alla condizione primitiva delle immagini. La nostra irreprimibile sensazione che nel processo fotografico ci sia qualcosa di magico ha un fondamento autentico. Nessuno pensa che un quadro da cavalletto sia in qual che modo consustanziale al suo soggetto: esso si limita a rappresentare o a riferire. Ma una fotografia non è soltanto una raffigurazione del suo soggetto, un omaggio ad esso. Ne è parte integrante, ne è un prolungamento, ed è un potente mezzo per acquisirlo, per assicurarsene il controllo.